Da Pagina99 Weekend, 22/03/2014
Nulla può valorizzare il corpo femminile come un paio di tacchi alti : la silhouette si slancia, mentre un’aura di fascino rende più sicura e determinata ogni donna che li indossa.
Se alcuni modelli compaiono ai piedi della Monna Lisa e di Caterina de’ Medici già agli inizi del ‘500, la scarpa col tacco diventa simbolo di modernità nel 1947, quando Christian Dior lancia la linea New Look .
I primi tacchi a spillo in legno con rinforzi metallici vengono disegnati da Salvatore Ferragamo a Firenze, ma nel 1954 a Parigi è Roger Vivier a creare lo stiletto, quintessenza della seduzione femminile, grazie ad un’anima di metallo racchiusa fra strati di seta e stoffa.
Bandito dalle femministe negli anni ’70, il tacco torna in auge durante il boom degli eighties e ha come padre putativo Manolo Blahnik: i suoi modelli, protagonisti degli editoriali di Vogue e della serie cult Sex And The City, entrano nell’immaginario collettivo come assoluto oggetto del desiderio.
Jimmy Choo è il simbolo dello stiletto anni ’90: amato da Lady Diana e dalle celebrities di Hollywood, nel 2002 lo stilista riceve il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico come ringraziamento per i suoi servigi nell’industria della moda in Inghilterra .
Linee esclusive e realizzazione artigianale sono il dna dei modelli di Christian Louboutin, che sui tacchi vertiginosamente alti montati su suole dal rosso inconfondibile ha costruito un impero.
Nel 2010, Alexander McQueen stravolge i canoni della moda con le Armadillo shoes, chiave del successo di Lady Gaga : 10 cm di stiletto sembrano ormai poca cosa rispetto alle altezze raggiungibili con zeppa e plateau che permettono di poggiare comodamente anche su 20cm di altezza.
Oggi il tacco rinasce come un’ opera d’arte scultorea nelle creazioni di Charlotte Olympia, giovane londinese che si firma con una ragnatela dorata sulla suola : la sua collezione Shangai Express per l’autunno 2014 propone tacchi modellati come fine porcellana cinese e zeppe a forma di drago.
Il passato glorioso e la mitologia del Sud Italia sono invece fonte di inesauribile ispirazione per Dolce&Gabbana: gli stiletti a forma di colonne e le teste di moro dei vasi sicilani diventano tacchi scultura di sandali gioiello, facendo rivivere la Magna Grecia ed i suoi templi, mentre monete e pietre rare dell’antichità classica sono preziosi dettagli per le zeppe in legno.
La primavera segna anche il ritorno del mid-heel, che si fà portavoce di quello stile casual chic tanto amato dalle trentenni di oggi: decori e giochi di contrasto sono di casa da Pollini, storico marchio che grazie alla direzione artistica del trentaquattrenne Nicholas Kirkwood sta vivendo una seconda giovinezza, mentre Cèline impone forme geometriche con una collezione ispirata ai graffiti parigini immortalati dal fotografo Brassai nei primi anni ’30.
Il dominio del tacco è incontrovertibile e trova nel made in Italy quella garanzia di qualità e successo che ha portato nel 2013 una crescita della produzione del +3,3% e dell’export in valore del +5,6% rispetto all’anno precedente non solo verso i mercati del Far East, ma anche verso l’ Unione Europea, come a voler dimostrare che i primi segnali di ripresa dalla crisi partono da un affilato stiletto.
Elisabetta Baou Madingou